Il classico del pensiero cinese ispirato ai cicli naturali che da millenni fornisce indicazioni utili ad affrontare le sfide e le opportunità dei cambiamento. Ora in ebook la famosa traduzione del testo curata da Richard Wilhelm. Il suo lungo e appassionato lavoro di interpretazione ha avuto il merito di rendere comprensibile alla nostra cultura la profondità del pensiero contenuto in questo compendio dell’antica saggezza cinese. Oggi ci accompagna sui lettori digitali per aiutarci chiarire i nostri dubbi.

 

 

Dalla prefazione all'EBook

La traduzione di Richard Wilhelm, il grande sinologo tedesco, è quella che ha permesso la divulgazione dell’I Ching in occidente a partire dagli anni cinquanta. Il suo lungo e appassionato lavoro di interpretazione ha avuto il merito di rendere comprensibile alla nostra cultura la profondità del pensiero e del linguaggio di questo antico e misterioso testo classico cinese. L’I Ching è contemporaneamente un libro di saggezza e un libro oracolare e il lavoro di Wilhelm ne rispetta entrambe la nature. Wilhelm studia l’opera e la sua storia durante un lungo soggiorno in Cina con l’aiuto di eruditi cinesi, prima di completarne la traduzione nel 1929. Dopo la prima timida apparizione in Germania il suo lavoro verrà conosciuto a livello internazionale grazie all’edizione inglese con la prefazione di Carl Gustav Jung, poi ritradotta in molte lingue. Nella versione in italiano appositamente realizzata per questa edizione digitale si è cercato di aggiornare il linguaggio mantenendo il riferimento al testo originale.

Il fascino di questo libro è straordinario. Il suo misterioso meccanismo, che mette in relazione la vita di chi lo consulta con le forze del cosmo e della natura, ha stupito molti. Fra questi anche Carl Gustav Jung, che si riferì al funzionamento dell’oracolo per enunciare la sua teoria sulla “sincronicità”. Secondo Jung la sincronicità  definisce l’accadimento simultaneo di eventi uniti fra loro da un significato ma senza avere alcuna concatenazione di causa-effetto. Il lancio delle monete si lega in modo casuale e irrazionale alla domanda ma aprendo il libro alla pagina indicata si ottiene sempre una risposta coerente. Ogni responso del libro rivela qualcosa di significativo dei fatti che ci accadono o del nostro comportamento che spesso ci sfugge; ogni suo giudizio getta una luce che ci invita a progredire.

La versione digitale del libro consente di avere il prezioso testo sempre con noi, per consultarlo in qualsiasi momento e luogo sia necessario. L’antichità millenaria del Libro non si oppone alle nuove tecnologie dell’informazione,  anzi sembra spiegarcene il principio intimo. Alla base di qualsiasi moderno dispositivo digitale cè la stessa logica binaria che sottende il funzionamento dell’I Ching e che fu scoperta e utilizzata dalla civiltà cinese già qualche migliaio di anni fa. Leibniz, il grande matematico del Settecento che sviluppò per primo la numerazione binaria in occidente venne a contatto con l’ I Ching e con il suo codice grazie alle informazioni riportate dal missionario gesuita Padre Bouvet che per primo fece conoscere l’antico testo cinese in Europa.

La struttura dell’I Ching è costituita da 64 segni detti esagrammi perchè ognuno è formato dalla combinazione di sei linee sovrapposte. Ogni linea può essere intera o spezzata (positiva o negativa, Yin o Yang) secondo lo schema binario.  Ma ciascuna linea può anche contenere un’indicazione di movimento, cioè una linea intera che si trasforma in una linea spezzata o una linea spezzata che si trasforma in una intera. Questi movimenti indicano una mutazione, un cambiamento, una trasformazione. La legge del “tutto si trasforma” è sempre operativa e ci ricorda il carattere naturale dei processi di cambiamento, che interessano tutte le cose esistenti.

Dopo aver posto mentalmente la domanda che ci riguarda, lanciamo tre monete per sei volte consecutive. Al lato “testa” assegniamo il valore di 3 e al lato “croce” assegniamo il valore di 2. Per ogni lancio segneremo la somma delle tre monete che potrà essere 6,7,8, o 9. Costruiamo così il nostro primo esagramma tracciando le sei linee a partire dal basso. Al sette facciamo corrispondere una linea intera  (fissa), all’otto una linea spezzata (fissa), al sei una linea mutante che da spezzata diventa intera , al 9 una linea mutante che da intera diventa spezzata . Se l’esagramma non contiene linee mutanti, la riposta dell’oracolo sarà semplice, la fotografia di una situazione ben determinata. Se l’esagramma contiene linee mutanti allora l’interpretazione si servirà di un secondo esagramma derivato per indicare un processo di trasformazione. Costruiamo l’esagramma derivato  ricopiando le linee fisse dal primo e trasformando le linee mobili nel loro opposto.

Ricerchiamo nel libro, aiutandoci con la tabellina che individua l’esagramma attraverso i due trigrammi che lo compongono, il primo ed eventualmente il secondo esagramma ottenuti. Avremo accesso alla loro interpretazione costituita da una “descrizione” dell’esagramma e dei suoi due trigrammi costituenti, da un “giudizio” che suggerisce la morale e da una “immagine” che ci offre esempi tratti dalla natura e dalla storia cinese. Le descrizioni originali, spesso allegoriche o difficilmente decifrabili per chi non possiede una approfondita conoscenza della cultura cinese, sono sempre accompagnate da spiegazioni e commenti.

Se nel segno sono presenti una o più linee mutanti, verrà anche considerato il secondo esagramma derivato.  L’esagramma di base, prima del mutamento, corrisponde alla situazione attuale, ma questa volta ci viene descritta nelle sue dinamiche dalle linee mutanti. L’esagramma derivato si potrà leggere come la tendenza o il risultato futuro di un mutamento. Un futuro che però dipenderà non solo dalle circostanze esterne ma anche dal nostro comportamento.

È questo il principio filosofico alla base del Libro dei Mutamenti, il futuro è un potenziale già contenuto nel presente, spetta alla nostra consapevolezza dare un orientamento alla sua evoluzione. L’I Ching è un compendio dell’antica saggezza cinese, distillata in migliaia di anni. Oggi è anche sui nostri lettori digitali per aiutarci chiarire i nostri dubbi. 

N.I.

   

 

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Prima di dare vita alla più famosa traduzione occidentale dell’I Ching, Richard Wilhelm lavorò alla traduzione tedesca del Tao Te Ching, che venne pubblicata per la prima volta nel 1911. Una traduzione non letterale, che cerca di trasmettere al lettore occidentale il senso del misterioso testo millenario. 
Possiamo considerare Wilhelm un Marco Polo del mondo spirituale cinese che, con la traduzione dei classici taoisti, porta fili di speranza dalla cultura orientale in un’Europa che sta sprofondando nella barbarie. Agli inizi del ventesimo secolo, Wilhelm proclama nella sua introduzione al Tao Te Ching: “i fili che inizialmente erano stati filati da Lao Tsu stano per essere intessuti nella fabbrica culturale europea”. 
Questo ponte spirituale fra oriente e occidente viene anche raffigurato in una surreale pagina, dove egli racconta lo svolgimento di una seduta spiritica in un monastero del Lao-Shan e che fu brutalmente interrotta quando lo spirito di Lao-Tsu annunciò che era stato appena chiamato da Londra (Lun) in Inghilterra (Ying) dove avevano bisogno di lui. Forse una preveggenza di quello che sarebbe stata la grande diffusione del testo in tutto il mondo occidentale. 
Per aiutarci a comprendere il Tao Te Ching, Wilhelm ci fornisce anche le preziose informazioni sul contesto storico in cui nacque l’opera e sulle principali correnti filosofiche e religiose che successivamente vi si confrontarono.

 

 

Dalla prefazione:

Gli esperti in studi sulla Cina saranno d’accordo che chiunque intraprenda una nuova traduzione del Tao Te Ching di Lao Tsu deve dimostrare di avere un valido motivo per farlo. Nessun altro testo della letteratura cinese ha suscitato così tanta attenzione e così tanti tentativi di traduzione nei secoli. Le misteriose caratteristiche e le difficoltà del testo rappresentano una sfida al pensiero e alla riflessione. E siccome il Tao Te Ching è un’opera letteraria che non è stata ben compresa neppure dagli studiosi Cinesi, il sinologo ambizioso si ritrova sempre più tentato dall’intraprendere il compito. Visto che molti uomini di lettere cinesi non ne sono all’altezza, egli pensa di avere diritto –se non riesce a fare di meglio- almeno di fraintenderlo. Questa giustificazione per una interpretazione individuale può spingersi anche oltre. È stato detto che siano state pubblicate molte disinibite traduzioni dell’opera dell’antico saggio senza essersi basati sul testo cinese ma su una interpretazione intuitiva di quello che altri – meno dotati – non siano riusciti a cogliere in termini di profondità psicologica nella loro versione inglese o francese del testo. Piuttosto stranamente, l’affinità psicologica sembra essere risultata a volte così stretta da presentare una notevole simpatia tra l’antico saggio cinese ed il pensiero dei suoi rispettivi traduttori.

 

Vedendo questa profusione di traduzioni, il lettore potrebbe chiedersi con buone ragioni perché se ne dovrebbe aggiungere ancora una al loro numero. Sono stato spinto a pubblicare questa nuova versione per due ragioni. La prima costituisce proprio il principio sottostante a questo lavoro. Tra i tanti documenti della filosofia e della religione cinese, questo breve testo, sorgente di così tanta influenza, non può essere ignorato – anche se solo le sue parti più importanti devono essere rappresentate, come è previsto qui. Inoltre, ponendo il testo nel suo reale contesto storico e filosofico vi sarà gettata sopra una nuova luce capace di chiarire e correggere molto di quello che risulta strano e incomprensibile quando lo si osserva in modo isolato. La seconda ragione è che pare una buona idea che, dopo così tante interpretazioni moderne, l’antico saggio cinese possa dire la sua.

La letteratura su Lao Tsu è considerevole. Lavorandoci sopra, ho trovato il numero delle cose che sono state dette su di lui miseramente scarso in proporzione alla assoluta quantità di quello che è stato scritto. Infatti si scopre che certi elementi comuni passano da un libro a tutti i successivi, in parte per divulgarli e in parte per confutarli. Data questa situazione, sembra inutile compilare ancora un altro testo da uno esistente: sembra molto più utile attingere direttamente alla letteratura cinese. Per questa ragione sia la traduzione del Tao Te Ching che i commenti sul testo sono basati su fonti cinesi.

 

Allo stesso tempo non si è pensato di tralasciare nessuna delle questioni più importanti delle continue discussioni sul Tao Te Ching. In certe circostanze però anche il silenzio è un tipo di riconoscimento, in particolare dove lo spazio disponibile non permette al traduttore di scendere in dettagli, e dimostrare il suo punto di vista. È significativo che nuove scoperte vengano fatte quasi ogni giorno riguardo a Lao Tsu, e avrei potuto essere tentato dal proporne ancora una. Invece ho portato avanti molti punti che ad alcuni possono apparire superati. Altri problemi invece, che si sarebbero voluti affrontare in modo risolutivo, si sono dovuti lasciare irrisolti. Ma così vanno le cose al mondo; non si riesce a soddisfare tutti.

Nel complesso ho dovuto dedicare molte ore felici di contemplazione al mio lavoro su questo breve testo cinese, e se questo tentativo di nuova traduzione porta lo stesso piacere al suo lettore non sarà stato invano.

 

Qingdao, 1 Dicembre 1910

Richard Wilhelm

 

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